Conoscere l'ambiente dove si opera per fare le scelte migliori.
Coltivare significa dare vita a tutte quelle azioni, operazioni, studi e applicazioni al fine di raggiungere il migliore risultato agronomico.
Sfruttare al massimo la vita delle piante per ottenere le più alte produzioni non significa avere i migliori risultati.
Lavorare sull'equilibrio naturale degli elementi pensando a tutte le componenti della vita vegetale, e aiutare le piante a sopportare meglio gli stress evitando di crearne, procurerà invece risultati superiori.
Se parliamo di coltura su suolo, imprescindibile sarà la conoscenza piena delle caratteristiche fisico-chimiche dei terreni da coltivare. A questo fine possiamo essere supportati da analisi fisico-chimiche che possono essere effettuate per individuare appezzamenti con caratteristiche simili.
Non meno importanti saranno i dati sugli elementi distintivi del clima e delle precipitazioni, relativi all'intensità e distribuzione di queste durante le stagioni, nel luogo che interesserà la coltura.
A questo punto si dovrà fare distinzione tra le coltivazioni in asciutta e quelle che prevedono invece l'uso dell'irrigazione. La scelta dipenderà dalla specie coltivata e dalle caratteristiche pedo-climatiche che, a volte, consentono di far crescere colture anche senza irrigazione.
Indispensabili saranno i dati sulle caratteristiche chimiche dell'acqua di irrigazione e sul suo approvvigionamento, ovvero sulla provenienza: da falda, da pozzi in profondità, da canali o bacini naturali/artificiali di superficie.
La scelta della tecnica di irrigazione sarà un nodo da sciogliere in funzione delle specie coltivate, delle caratteristiche del terreno e, non per ultimo, dalle esigenze economiche.
Le lavorazioni del terreno saranno scelte in base alle peculiarità degli stadi fenologici delle piante, e dovranno comunque risultare idonei a “creare” un ambiente ottimale per le radici, più voluminoso, adeguatamente drenato e ben aerato per garantire l'assorbimento, l'ossigenazione e l'assimilazione degli elementi nutritivi contenuti e ricevuti attraverso le concimazioni.
Lo studio della più opportuna modalità di concimazione consentirà, per ciascuna specie, di raggiungere performance produttive eccellenti con il massimo della qualità.
Il concime può essere distribuito in modo granulare o pellettato direttamente al terreno, in soluzione liquida, oppure sotto forma di polvere solubile prontamente disponibile da distribuire direttamente con botti dei diserbi o in fertirrigazione: queste sono tutte metodologie utilizzabili in serie o anche solo in parte, allo scopo di fertilizzare ovvero innalzare la fertilità chimica, fisico-chimica e microbiologica dei terreni.
Con la tecnica della distribuzione fogliare di nutrienti si interviene per supplire a determinate carenze e per ottenere dei risultati immediati dal punto di vista nutrizionale per lo sviluppo delle piante.
Non meno importanza avrà la selezione mirata dei prodotti antiparassitari per la protezione da malattie e attacchi di insetti, e il modo in cui essi verranno impiegati: non più “a calendario”, seguendo quindi in maniera preventiva e cieca date prefissate, ma attraverso un monitoraggio continuo della salute delle piante e un sistema integrato con altri mezzi preventivi e curativi.
Solo dopo aver ottenuto tutti i dati che descrivono l'ambiente pedo-climatico che ci interessa, sarà possibile fare delle valutazioni sulla specie e sulle varietà da coltivare, tenendo sempre conto della sostenibilità delle scelte che verranno effettuate.